Di elevazioni feline, delusioni e incongruenze cromatiche.
Fare colazione come a Bristol e sentirsi molto bene.
CECI EST UNA NEWSLETTER
Piccolo appello di tipo tecnico.
A quanto vedo dalle statistiche di accesso alla piattaforma, ho più lettori che arrivano dai post sui social di quanti ne abbia direttamente abbonati alla newsletter.
Ma questa è una newsletter. Magari un giorno non ho tempo o me ne dimentico e non faccio nessun post sui social per annunciare l’uscita del nuovo attesissimo numero.
Quindi, se vi fa piacere continuare a interessarvi a quanto succede a Casa Lamarta, cliccate sul tasto arancione in alto a destra con scritto SUBSCRIBE.
Ne avremo un reciproco e innegabile vantaggio.
TO INFINITY AND BEYOND
Ciò detto, passiamo a una questione etologica di grande interesse.
Tra i comportamenti bizzarri delle residenti feline di Casa Lamarta annoveriamo la convinzione di Aryastark di essere un pappagallo in un film di pirati, tendenza che, come si vede dalle immagini ha sviluppato fin da piccolissima e poi affinato col tempo.
Attualmente, ogni volta che può Aryastark salta sulle spalle di Marito e si fa portare in giro per casa cercando di usare l’elevazione ottenuta per proiettarsi ancora più in alto, su librerie, armadi e porte o semplicemente per osservare il mondo da qualcosa di più dei suoi 20cm al garrese.
Marito si compiace molto del fatto che lo faccia con lui e non con me.
C’è da dire però che quando vuole le coccole viene in braccio a me.
Il che mi fa pensare che o siamo noi che ci siamo posti in ruoli di genere mamma/papà di stampo classico o è lei ad averceli attribuiti.
O forse è solo che Marito è più alto di me e io indosso maglioni più morbidi dei suoi.
NO SALVO, NON SI FA COSÌ
Anche se non sono una montalbaniana praticante ho accontentato Marito che, per quanto non osservante, è comunque devoto al commissario più amato dagli italiani e mi sono unita ai 9 milioni di spettatori certificati Auditel.
E mi sono tanto amareggiata.
Una specie di giorno della marmotta, una estenuante puntata che non finiva più, un tedio di morti finti che se ne andavano in giro per Vigata e morti veri che erano già morti prima di venire ammazzati, la solita macchietta di Mimì e le sue amanti, il solito lost in translationismo catarelliano, ma vabbè, lo sapevo, colpa mia.
La cosa che mi ha fatta amareggiare di più e il modo in cui salvo lascia Livia. Muto. Imbambolato. In balìa della sua crisi di mezza età e della scuffia per una che ha conosciuto ieri, che ha la metà dei suoi anni e con la quale si è dato i baci meno sexy mai visti in tv (ammettiamolo, l’ottimo Luca Z. come “baciattore” non vale molto). Una che peraltro speravamo rivendicasse realmente la sua libertà personale e professionale e lo friendzonasse e invece no.
No Salvo, non si fa così. Ti sei comportato peggio di Berger in Sex and the City.
Non sono una montalbaniana e non sono neanche una marveliana ma ho comunque visto WandaVision (Disney+). E non ci ho capito molto.
Si bella l’idea dei passaggio dei decenni, bravi loro e il loro amore - che quasi quasi mi parevano i Coma Cose con le Fiamme negli occhi - però se non sei già un po’ dentro al Marvel Cinematic Universe è un po’ faticoso o forse invece può essere una buona introduzione all’universo dei supereroi marveliani? Ne possiamo discutere.
Se invece volete approfondire il tema WandaVision per i fatti vostri, posso consigliarvi questo ottimo e dottissimo pezzo che Paolo Armelli ha scritto per Wired.
Magari Casa Lamarta sta diventando una delle vostre newsletter preferite, chissà. Tra le mie c’è quella di Paolo che è sicuramente molto più bravo di me. Arriva il sabato a parla di serie tv e di altre cose pop. Si chiama Serial a colazione e vi potete abbonare qui.
Su Meghan e Harry intervistati da Oprah dirò solo che il ciondolo che Meghan aveva al collo era davvero molto carino, anche non nella sua palette, come del resto non lo era l’abito nero. Secondo l’armocromia Meghan è autunno come me. Di queste cose magari parliamo la prossima volta.
FANTAUPAS
Quindi Montalbano e Antonia no, ma c’è una coppia televisiva con grande differenza di età per cui faccio un tifo sfrenato. È quella composta da Alberto Palladini e dalla perfida Barbara Filangieri in Un posto al sole, o UPAS come diciamo noi fan. Se passassero da amanti a coppia vorrebbe dire che si sono aperti scenari inediti e vivificatori. Con loro due insieme orrendi e malvagi in competizione con un Ferri ormai quasi rabbonito dalla nostalgia per Marina e ineditamente alleato con Franco Boschi. Clara finalmente starebbe con Patrizio e si potrebbe scannare con Alberto per la custodia del piccolo Federico. Rossellina invece la mandiamo a specializzarsi all’estero, sempre che l’orrenda Ilaria non riesca a fare in modo che non si laurei mai più.
Ci sono buone possibilità che FantaUPAS diventi una rubrica fissa.
COSA LEGGO
Sul fronte letture sono molto presa dall’audiolibro Patria di Fernando Aramburu (Storytel) che sto affrontando in spagnolo dopo averlo letto su carta in italiano l’anno scorso. È un libro molto interessante oltre che bello. La storia è quella di due famiglie basche un tempo molto unite che si ritrovano lontanissime per ragioni legate al terrorismo. I personaggi sono tutti splendidamente scritti, soprattutto le due matriarche Miren e Bittori. Leggendolo si imparano cose della storia dei Paesi Baschi e più in generale della Spagna che noi italiani tendenzialmente ignoriamo. Non dico di più per il solito tentativo di nospoilerismo.
COLAZIONI ALTERNATIVE
A proposito di colazioni, ultimamente ho scoperto il porridge. Sì quella sbobba che mangiano gli inglesi. Non so dove ho letto che è la colazione ideale per chi soffre, come me, di reflusso gastroesofageo (e chi non ne soffre oggi con la vita che facciamo, signora mia!).
È vero, fa bene o quantomeno non fa male, e non fa affatto schifo come si potrebbe pensare a causa di giovanilistiche reminiscenze di bed and breakfast londinesi da poveri, e soprattutto è la cosa più versatile che c’è. Alla sbobba potete infatti aggiungere quello che vi pare: frutta fresca, cotta e secca, zucchero, miele, sciroppo d’acero o di agave, yogurt, marmellata, muesli, anche cioccolata, Nutella e ogni altra sublime porcata. Certo, più lo fate complicato e meno bene vi farà, ma il bello del porridge è la sua inerzia, è inerte un po’ come Faron il gatto apparentemente disossato di Frieda (quella con i riccioli naturali) nei Peanuts.
Qui trovate la ricetta del porridge di Giallozafferano, ovvero la prima che esce se googlate “porridge ricetta” (campioni del mondo di SEO!).
Sappiate che si può benissimo fare senza mettere a bagno l’avena prima e viene buono anche se al posto del latte (anche vegetale) mettete della semplice acqua.